a cura di Antonella Coppi.
In questi ultimi anni, la pedagogia ha risposto all’urgenza di rivedere le strutture portanti della sua razionalità, soprattutto in relazione ai problemi aperti dall’interconnessione e reciprocità sempre più marcata e significativa tra le scienze e le arti. In prospettiva educativa il ruolo delle arti, con particolare attenzione alla musica, interviene nella formazione dell’identità individuale e sociale, nella crescita personale, psicologica e intima del soggetto in formazione, per tutto il corso della vita, fornendo gli strumenti per poter interpretare le diverse esperienze ed emozioni che hanno bisogno di essere scoperte e interiorizzate per essere trasformative ed acquisire un potenziale creativo. Il volume, che raccoglie contributi di pedagogisti, psicologi, economisti, sociologi, artisti e musicisti, offre nuovi spunti di indagine pedagogica delle relazioni, interdipendenze e pratiche di valore connesse alle ricadute del modello di Community Music come strumento di inclusione, partecipazione, azione per lo sviluppo individuale e di comunità, occasioni per rafforzare le reti relazionali e di senso che costituiscono la trama e il tessuto del vivere sociale. La pubblicazione di avvale del contributo di esperti internazionali, tra i quali Lee Higgins (York, St John University, UK), Michele Biasutti (Università di Padova, IT), Paul Mosley (Sheffield University, UK), Johann van der Sandt (Università di Bolzano).
a cura di di Luca Bertazzoni, Manuela Filippa, Amalia Lavinia Rizzo.
“L’ascolto è consustanziale alla musica: si può infatti fruire di suoni senza produrne ma, normalmente, non è possibile fare il contrario. L’esperienza musicale invoca dunque il mettersi all’ascolto.
Porsi all’ascolto è un mettersi in relazione con il mondo, con l’altro da sé, con il paesaggio sonoro in cui si è immersi. Ma significa anche ascoltarsi, sintonizzarsi con il proprio sé: è un atto di propriocezione che scandaglia le radici profonde della musicalità di ciascuno.
L’atto dell’ascolto però non riguarda esclusivamente la musica. In senso lato è fondamentale ad esempio nella relazione educativa: non si può insegnare se non si ascoltano i propri studenti. Del resto – sempre in un’accezione ampia – l’ascolto è centrale anche in tutti quei “servizi alla persona” che mettono al centro la relazione di cura e la relazione di aiuto: che promuovono cioè un atteggiamento “clinico” proteso ad entrare in sintonia con il prossimo.
Ascoltare e mettersi in relazione sono quindi un tutt’uno. Non è un caso dunque se un numero crescente di attività legate al suono e alla musica mette al centro del proprio operato appunto la relazione: dall’educazione musicale – con particolare riferimento alle declinazioni inclusive tipiche del nostro tempo – fino alla musicoterapia, passando per quel territorio ampio, effervescente e variegato di pratiche musicali orientate allo “stare bene” (cioè al benessere) e allo “stare insieme” (cioè al fare comunità). Emergono sempre più quindi una domanda e un’offerta di pratiche musicali in cui professionisti, o comunque volontari specializzati, intessono relazioni mediate dal suono per rispondere e assolvere a bisogni e difficoltà di vario genere: sono attività musicali finalizzate alla promozione della persona umana, e quello di “persona” come si sa – a differenza di “individuo” – è concetto intrinsecamente relazionale.
La musica è dunque sempre più un mediatore di rapporti umani, il filo sonoro che traccia gli itinerari di cambiamento percorsi dall’educatore, terapeuta o animatore musicale, insieme con il fruitore del proprio lavoro. Fra relazione educativa e relazione di aiuto si moltiplicano i contesti di azione e gli ambiti di ricerca in cui la musica è luogo di formazione, di cura, di benessere e di promozione sociale: nella specificità di approcci e di finalità l’intento comune è quello di mettersi all’ascolto”.
All’ascolto. La musica nella relazione educativa e nella relazione di aiuto: un’introduzione, di Luca Bertazzoni
a cura di Johann van der Sandt
Carocci (2019)
Collana: Biblioteca di testi e studi (1271)
Pagine: 224
ISBN: 9788843096848
La musica, come sapere e pratica, è un aspetto fondamentale dell’esperienza umana. Per questo, il lavoro dei community musician è volto esplicitamente a creare spazi e opportunità per un’attività musicale inclusiva e partecipativa.
Questo approccio, inizialmente formalizzatosi in seno al movimento delle community arts nel Regno Unito, si è poi sviluppato in vari paesi e in contesti accademici ed extra-accademici, cambiando il modo di pensare riguardo al ruolo della musica nelle istituzioni educative e, più in generale, nella società.
Il presente volume si divide in due parti: la prima prende in esame la Community Music da un punto di vista teorico, evidenziandone gli aspetti fondanti, discutendone gli sviluppi più recenti, approfondendone la storia e mettendo in luce le competenze necessarie per il lavoro dei community musician.
La seconda parte presenta alcuni progetti di Community Music che hanno avuto luogo non solo in Italia, ma anche in Germania, in Croazia e in Sudafrica, fornendo gli strumenti concettuali per un’applicazione di queste esperienze al contesto italiano.
Prefazione di Giuseppina La Face
Parte prima: Community music in teoria
Parte seconda: Community music in pratica
Questo volume – primo in Italia ad affrontare il tema – esamina il concetto di Community Music da differenti angolazioni, presentando alcuni esempi di applicazione e di ricerca a livello nazionale ed internazionale.
L’ autrice propone una definizione multiprospettica di Community Music, sottolineandone la sensibilità ai differenti contesti culturali, la diversità dei programmi nella loro natura e obiettivi, sullo sfondo di una disamina sul concetto stesso di comunità in ambito sociale, pedagogico e musicale.
Il saggio si conclude riportando i risultati di una recente ricerca che mappa i Nuclei del programma italiano ispirato ad El Sistema, analizzando gli approcci innovativi e trasformativi nell`educazione musicale e nel sociale attraverso la lente della Community Music.
Il volume si rivolge a tutti coloro che a vario titolo si trovano ad operare nell’ambito dell’educazione e della formazione musicale, con particolare attenzione agli indirizzi di studio universitari dedicati alla formazione degli insegnanti.